sabato 26 luglio 2008

La vera storia di MissStacchiASpillo Scena XII

Interno. Sabato ore 15.21. Camera da letto.
MissWallas è sdraiata sul letto con cuscini arancioni e lenzuola blue, come il suo umore.

MissLeeWallas si sente una barchetta nel mezzo del mare, sballottata dai tuoi umori, dalle tue correnti, dai tuoi ripensamenti.
Non sa cosa fare.
Non sa come leggere, quale corrente provare ad assecondare: se sparire nelle profondità e diventare un relitto della tua memoria con mille tesori da riscoprire tra anni o se provare a non affondare seguendo quella corrente, debole, che tira verso la sicurezza verso la vita ma consapevole che terra non si vede, nemmeno col binocolo.
Se continua così, in bilico, non diventerà ne un relitto prezioso ne arriverà mai al porto. Se continua così, il legno si impregnerà piano piano col passare dei giorni e marcirà.
Ma dov'è finito il capitano?
Il capitano che conosce la rotta, il capitano che deve venire a salvarci?

Questo amore
Questo amore
Cosi violento
Cosi fragile
Cosi tenero
Cosi disperato
Questo amore
Bello come il giorno
E cattivo come il tempo
Quando il tempo è cattivo
Questo amore cosi vero
Questo amore cosi bello
Cosi felice
Cosi gaio
E cosi beffardo
Tremante di paura come un bambino al buio
E cosi sicuro di sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che impauriva gli altri
Che li faceva parlare
Che li faceva impallidire
Questo amore spiato
Perché noi lo spiavamo
Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Perché noi l'abbiamo perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Questo amore tutto intero
Ancora cosi vivo
E tutto soleggiato
E tuo
E mio
E stato quel che è stato
Questa cosa sempre nuova
E che non è mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda e viva come l'estate
Noi possiamo tutti e due
Andare e ritornare
Noi possiamo dimenticare
E quindi riaddormentarci
Risvegliarci soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Sognare la morte
Svegliarci sorridere e ridere
E ringiovanire
Il nostro amore è là
Testardo come un asino
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Sciocco come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
E ci parla senza dir nulla
E io tremante l'ascolto
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me per tutti coloro che si amano
E che si sono amati
Sì io gli grido
Per te per me e per tutti gli altri
Che non conosco
Fermati là
Là dove sei
Là dove sei stato altre volte
Fermati
Non muoverti
Non andartene
Noi che siamo amati
Noi ti abbiamo dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci diventare gelidi
Anche se molto lontano sempre
E non importa dove
Dacci un segno di vita
Molto più tardi ai margini di un bosco
Nella foresta della memoria
Alzati subito
Tendici la mano
E salvaci.

1 commento:

giardigno65 ha detto...

O CAPITANO, MIO CAPITANO...