mercoledì 4 giugno 2008

4 giugno 2008

Scrivo perchè sono stanca. E ho bisogno di sfogarmi.
Sono arrivata a casa da un'oretta. Non ho fatto la spesa.
Ho cenato con quello che ho trovato nel frigo. Poca roba.
sono seduta sul divano di sala, con la nuova luce a palla rotonda Ikea e il mio tappeto nuovo di pacca arrivato stamattina (avete presente fight club? ecco).
Ma sono triste. Le cose non valgono nulla quando non puoi condividerle con nessuno.
E' un periodo di frustrazioni e cambiamento.
Sarà che vedo le mie sorelle con i bambini e che ogni tanto le cose mi sembra stiano prendendo chissà quale piega ma ho voglia di famiglia, di qualcuno con cui condividere le cose che mi posseggono, così da possederle io.
Ascolto Counting Crows.
L'altro giorno mi sono capitate in mano le foto delle vacanze di 3/4/5 anni fa: quando mi guardo allo specchio non mi vedo così cambiata. Quando guardo Diego o Dario o la Raffi non mi sembriamo così cambiati.
Eppure, siamo diversi.
Tanti di noi si sono fidanzati: con Dario è un periodo che ci troviamo a fare discorsi assurdi, che 3 mesi fa non immaginavo avremmo fatto adesso.
Ma li facciamo.

Parliamo sostanzialmente da adulti.
Di trovare qualcuno con cui condividere sogni, lavoro, famiglia, problemi, gioie.
Diego sembra andrà a convivere con la fidanzata.
Oddio :), non vedo l'ora. "Humhus" per tutti (lei è inglese e fa una crema d'aglio e fagioli che puzza tantissimo).
E io che sono una sognatrice, già mi ci immagino tutti a coppiette in qualche agriturismo in toscana a ridere sotto il porticato, dopo che abbiamo cenato, con qualcuno che si tiene in braccio il bimbo per farlo dormire e qualcun'altra con il pancione, mentre ci facciamo gli scherzi ma silenziosamente "che se no si sveglia".
E' un'immagine che potrebbe realizzarsi tra un paio d'anni, no?
E io?
E io beh, è un periodo frustrante proprio per questo.
Ho un sogno tra le mani ma non riesco assolutamente a capire quanto lo stia stringendo davvero e quanto no.
Più che stringerlo, vorrei che mi avvolgesse. E invece no.
Non succede. Magari per una mezza giornata ho l'impressione che si stia realizzando, ma basta passino due giorni e tutto torna instabile e insicuro come prima.
Non riesco a farci nulla, a volte non posso nemmeno.
Vorrei sbilanciarmi ma appena lo faccio, per le reazioni che ottengo ho come l'impressione di dovermi tirare indietro.
Come un elastico. Che se lo tiri forte, rimbalza sul dito e ti fa male.
E io mi faccio male. Continuo a farmi male. Vorrei che ogni tanto quello stupido elastico partisse nella direzione giusta ed al posto di rimbalzarmi addosso con la stessa forza con cui lo avevo tirato, mi indicasse un po' una strada da seguire: atterrasse in un punto che so, sarà il mio punto d'arrivo.
Avere dei segnali da seguire che non ho minimamente.
E non capisco perchè.
Io che sono una persona da "o è bianco o è nero", sto dando tanto a questo sogno e credo di riuscire a comunicare anche che ci sono e che sto aspettando.
Non ci credeva nessuno all'inizio, in tanti non ci credono neppure ora ma, io mi ci sono provata a buttare perchè era talmente azzardato da provare: ero curiosa di scoprire quanto era profondo, com'era sotto sotto.
Oggi al 4 giugno, dopo un paio di settimane assurde in ufficio e sogni che si fanno abbattere da qualche messaggio sbagliato nel we, sono stanca.
Sono anche stanca di provarci. Sono un po' demotivata. Mi sembra di fare per due e tra lavoro e insicurezze personali mi vengono dei dubbi.
Non vogli dimenticarmi cosa sto aspettando ma vorrei essere aiutata, perchè non voglio scoprire che mi sono buttata dove l'acqua era bassa.
Non voglio rompermi la testa contro uno scogli inutili e senza motivo di esserci: cattiverie, non sbilanciarsi, dire e non dire, dire e rimangiare, gliss totali.
Sono solo stanca.
E vorrei che fossi qui a condividere questo stupido tappeto che stasera mi fa sentire ancora più sola.

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